Finalmente Nibali: lo Squalo dello Stretto trionfa a Bormio
Era la tappa con la cima Coppi, in vetta allo Stelvio, e con la salita dedicata a Michele Scarponi, il Mortirolo. Due salite tremende, dedicata al Campionissimo del nostro ciclismo e a un Campione del ciclismo moderno morto esattamente un mese fa.
In una tappa con questi nostalgici ricordi, ma con un’altimetria da duri, da Rovetta a Bormio, con 222 km e oltre 5000 metri di dislivello, con le salite del Mortirolo, dello Stelvio e dell’Umbrailpass, Vincenzo Nibali è tornato “Lo Squalo dello Stretto”. E’ l’unico fuoriclasse del nostro ciclismo, e chissà perché viene sempre messo in discussione. Oggi, all’inizio della terza e decisiva settima del Giro d’Italia, in una tappa tremenda per altimetria e quote raggiunte, ha vinto con la classe e la forza che lo contraddistinguono, attaccando in salita e pennellando una delle sue discese fatte di coraggio e tecnica, al quale ha resistito solo l’ex compagno di squadra Astana Mikel Landa, arrivato a giocarsi la tappa allo sprint a Bormio.
Dopo la partenza da Rovetta nella bergamasca, il Mortirolo da Malonno è la prima terribile salita di giornata, sulla quale passa per primo Luis Leon Sanchez, portacolori dell’Astana, proprio per omaggiare Michele Scarponi. Discesa e quindi i fuggitivi di giornata attaccano lo Stelvio, sulla cui vetta, Passo dello Stelvio a 2757 metri transita per primo Mikel Landa Meana. Lunga discesa verso Prato allo Stelvio, per poi entrare in Svizzera ed iniziare la salita verso l’Umbrailpass.
Ma se le prime due ascese non hanno fatto differenze tra chi lotta per la classifica generale, ben diverso il discorso nell’ultima salita. Improvvisamente la maglia rosa Tom Dumoulin si ferma a bordostrada per problemi intestinali e perde circa un minuto e 30 secondi. Il gruppo ha in un primo momento rallentato l’andatura, poi visto che l’olandese non è riuscito a rientrare nonostante l’aiuto del suo gregario Ten Dam, ha rincominciato ad accelerare, e dal quel momento in poi la corsa è ritornata corsa vera e la maglia rosa, rimasto solo, ha dovuto fare una gara cronometro per salvarsi.
Nella seconda parte della salita rimangono solo i migliori della classifica generale e nella parte finale parte all’attacco Vincenzo Nibali; con lui rimangono solamente Nairo Quintana, Domenico Pozzovivo e Ilnur Zakarin, e solo il colombiano riesce a scollinare con lui. Da questo punto in poi inizia lo show di Nibali, che raggiunge Landa e stacca Quintana. Da qui al traguardo Nibali e Quintana vanno di comune accordo, tirando un po’ per uno, forse in ricordo che per anni sono stati compagni di squadra in Astana. L’arrivo di Bormio, fatto di due-tre curve abbastanza impegnative, vede la ruota del campione siciliano della Bahrain-Merida davanti a quella del basco della Sky, per una vittoria che mancava al ciclismo italiano in questo 100° Giro d’Italia.
Vincenzo Nibali vince dopo 6h24’22” di gara, 2° Landa, 3° a 12″ Quintana, 4° Pozzovivo a 24″, 5° Zakarin a 34″, 6° Davide Formolo a 1’26”, 7° Bauke Mollema a 1’35”, 8° Bob Jungels, 9° Adam Yates e 10° Thibaut Pinot tutti con lo stesso ritardo. Tom Dumoulin arriva al traguardo 13° a 2’18” da Nibali.
In classifica generale sempre Dumoulin in maglia rosa in , con 31″ di vantaggio su Nairo Quintana, 1’12” su Nibali, 2’38” su Pinot, 2’40” su Zakarin, 3’05” su Pozzovivo, 3’49” su Mollema, 4’35” su jungels, 6’20” su Kruijswijk, 7’ su Yates e 7’17” su Formolo.